Lo si vede arrivare, giacca di pelle e stivali, e viene da chiedersi: siamo in una cantina o nel backstage di un concerto?
Fabrizio Pratesi, responsabile dell’azienda di famiglia, Pratesi Vini, potrebbe tranquillamente figurare in un gruppo rock: capelli ricci, sguardo sveglio, penetrante, come di sfida.
E invece fa vino, con interesse, passione, cercando sempre nuove soluzioni, aperto alla novità. Ovvio che fosse attratto da Vini e vinile, nell’abbinamento, azzardato ma non troppo, tra succo di bacco e musica.
I suoi rossi (pensiamo al Locorosso, al suo Carmignano, sino al suo Carmione d’ispirazione bordolese) sono robusti, vigorosi, rotondi, ma anche ficcanti, dotati di una loro acuta suadenza.
Come la musica che ama, pur senza essere integralista: dalla passione per il rock “vero” di Led Zeppelin e The Who (ci avremmo scommesso una bottiglia del suo Barche di Bacchereto, merlot in purezza prodotto, per adesso, in quantità minimali), a quello italiano di Gianna Nannini e Vasco Rossi, senza privarsi, però, variazioni su altri generi che non siano troppo… melensi.
Il discorso vale anche per i suoi vini.
Il 20 aprile a Genova li potremo degustare e… ascoltare.
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