Già s’è detto di quella gran persona che fu ser Lapo Mazzei (1350-1412), viticoltore a Carmignano, appassionato all’arte del vino, ma, soprattutto, Notaio della Signoria Fiorentina, Ambasciatore e Proconsole dell’Arte dei Giudici e dei Notai. Non uno qualunque, insomma. Pure suo fratello, Lionardo, pare fosse assai interessato ai vigneti locali, nella proprietà famigliare di Grignano, ove produceva vino coi consigli del più esperto Lapo.
Grande famiglia, i Mazzei, del resto, il cui legame col mondo del vino s’è ben protratto nei secoli: se tuttora la famiglia governa il Castello di Fonterutoli a Castellina in Chianti (Si), a un antenato, forse il più illustre, si devono sorprendenti imprese in Europa e, soprattutto, negli appena sorti Stati Uniti d’America.
Filippo Mazzei da Poggio a Caiano (1730-1816), noto oltreoceano anche con l’erronea dicitura Philip Mazzie, è considerato uno dei Founding Fathers of the United States, i padri della patria statunitense, titolo che la storia non ha certo concesso a chiunque.
Medico eclettico, vivace d’intelletto, intraprendente e dai mille interessi, Filippo partecipa attivamente alla Rivoluzione Americana, stringe amicizia con personaggi del calibro di George Washington, John Adams, Thomas Jefferson, James Madison, James Monroe (i cinque primi presidenti degli Usa) e Benjamin Franklin. Di Jefferson è addirittura amico fidatissimo e ne influenza, grazie ai propri scritti, l’acuta riflessione sul concetto di libertà individuale.
Il motivo per cui lo ricordiamo in questa sede non è, però, di carattere filosofico o storico-politico, bensì di matrice enologica: è lui ad aver piantato, nella tenuta dell’amico Jefferson a Monticello (Virginia), i primi esemplari di vitis vinifera europea in terra americana.
Come a dire: se gli Stati Uniti hanno iniziato a bere e fare vino, Carmignano ha buona parte nella vicenda.
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