Da un po’ di anni (una decina) dopo essermi un po’ stufato dei “soliti vini” (non si vive di Brunello Nobile o Chateau de..) e approfittando di un mestiere che mi portava in giro per l’Italia ho iniziato a frequentare cantine ed enoteche alla ricerca dei vini “locali” , che fossero un Catarratto una Passerina o un Pecorino. Credo che anche sui vini tradizionali italiani ma quanti sono? 350, 355 366?) occorra fare logiche distinzioni fra vitigni e mode: alcuni bianchi locali sono oggettivamente sciapi , così come certi vitigni, originariamente usati per blend, che qualche ardito vinificatore mette in bottiglia in purezza, altri danno profumi eccezionali. Vini che (grillo , verdicchio…) diventano improvvisamente di moda dopo che per anni non se li è filati nessuno: sfido chiunque a dirmi che dieci anni fa avrebbe fatto distinzione fra le qualità del Grillo del Catarratto dell’Inzolia o del Carricante; Alla domanda “cosa è il Perricone?” molti avrebbero pensato ad un collega di ufficio della moglie (il marsala , cosa è?) ed oggi invece te lo trovi nello scaffale fianco a fianco con un Nero d’avola. Questo per dire che su 355 (350? 366?) vitigni nazionali ne troviamo alcuni di “grande bellezza” ed altri che possono ancora trovare posto solo come vino da pasto, nelle relative regioni di produzione.
Viva quindi l’autoctono, bello che ci siano tantissimi vini (che noia il Merlot, la salvezza dell’enologo) ma alcuni è meglio lasciarli dove sono.
Infine vi proporrei un pensiero su “le mode nel vino” del tipo:
Quelli che dopo aver trangugiato per anni chianti e bordeaux improvvisamente si scoprono portatori sani di “naturali” si abbonano a triple A e dichiarano di non voler più bere altro altro che vino Vivo, eccezion fatta per il Sassicaia ed il Masseto.
Quelli che come il Viognier ed il Petit verdò in purezza…
Quelli che “è un 5 grappoli è!”
Quelli che “io solo taglio bordolese”
Quelli (io) che “ora è meglio che tagli e torni al lavoro”
….. bevo solo ” Vedova” e champagne che scelgo io personalmente in francia a “bevo solo Franciacorta, buono questo charmat!”, “La ———- fa il vino buono ma se la tira troppo, mica è un ——-” e via così.
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