Ai ritmi anni Settanta/Ottanta che hanno furoreggiato al C-Dram il 20 aprile scorso, Fabrizio Pratesi ha aggiunto tutt’altra cadenza, un’impronta del tutto personale: lo spazio di degustazione, pochi passi distante dalle console di Angelo Maizzi e compagni, allestito con una certa eleganza grazie all’aiuto di sua moglie Cristina (e della simpaticissima Greta, figlia della coppia), è stato indiscutibilmente al centro dell’attenzione dei partecipanti.
Quattro vini, quattro differenti espressioni del pregiato territorio di Carmignano, da parte di un’azienda piccola nei numeri (ottantamila bottiglie l’anno sono niente rispetto a veri e propri colossi vinicoli), ma dalla grande visione.
Partiamo dal Locobianco IGT Toscana 2010, da uve vermentino in purezza, gustoso e rotondo, con note di pesca e agrumi, un’interessante mineralità e una chiusura distesa assai saporita: vino che ha davvero spopolato con il gentil sesso, perché immediato, ma non banale, di ottima beva e perfettamente in sintonia con buona parte dei piatti offerti al pubblico nel corso della serata.
Con il Locorosso IGT Toscana 2010 abbiamo l’ideale fratello “colorato” del vino precedente: si tratta di un sangiovese in purezza che giustizia rende al principe di Toscana, il vitigno più importante del Chianti (nonché base sia del celebre Brunello di Montalcino sia del Nobile di Montepulciano). Sinuoso all’olfatto, non privo di una sua propria eleganza, la felice freschezza e i tannini ben dosati rendono questo vino assai adatto per primi piatti con pomodoro, carni rosse e, azzardiamo, potrebbe pure ben figurare con un cacciucco alla livornese.
Il gioco si fa più interessante quando si arriva al Carmignano DOCG Riserva “Il Circo Rosso” 2007: un vero Carmignano ambizioso e profondo, dalla trama fitta, colore rosso scuro intenso e cenni di evoluzione tendenti al granato; il profumo è intenso, a tratti austero, con ricordi di spezie, confettura di frutta, note balsamiche e petali macerati. In bocca è potente, strutturato, non privo di finezze, grazie ai tannini ben contenuti, a una morbidezza distesa e persistente. Vino da grandi secondi di carne, lo vedremmo bene con piatti di selvaggina.
Last but not least, il Carmione IGT Toscana 2008, un vino dalla storia particolare, frutto di un’ambizione “francese” da parte di Fabrizio (e di suo padre Giampiero), intenzionato a cimentarsi con un uvaggio integralmente francese, escludendo il sangiovese per lasciare il campo libero ai tre moschettieri di Bordeaux, cabernet sauvignon, merlot e cabernet franc (rispettivamente in percentuali del 50, 40 e 10%).
Ne risulta un vino imponente, di grande struttura, dal colore impenetrabile. Al naso è avvolgente, scuro, talvolta va saputo attendere un poco nel bicchiere per lasciarlo esprimere al meglio. In bocca è ampio, morbido, giocato su gentilezze austere, polpa di frutta, sensazioni carnose, speziature dolci, per un finale di grande persistenza. Vino da grandi piatti… non vegetariani, ma, se non amate la carne, pazienza: provatelo ugualmente.
I quattro fermentati offerti in degustazione da Pratesi Vini non ne esauriscono la produzione enoica, che conta anche di ulteriori etichette (consigliamo di andare e visitare direttamente l’azienda) e comprende pure un interessantissimo olio (si veda la brochure), ma fermiamo qui l’excursus.
Segnaliamo, però, la possibilità, tramite il sito aziendale, di effettuare acquisti online attraverso uno rodato sistema di pagamento che permette di entrare in contatto direttamente col produttore.
In alto i bicchieri e alla vostra salute.
Lascia un Commento